L’ambiente

L'ambiente è formato da una natura multiforme con aspetti caratteristici che presentano sempre qualcosa da scoprire.

Descrizione

Foza gode di un clima temperato prealpino con estati piuttosto brevi ed inverni molto lunghi durante i quali si verificano anche abbondanti nevicate e periodi molto freddi.

L’ambiente è formato da una natura multiforme con aspetti caratteristici che presentano sempre qualcosa da scoprire.

Appaiono campi ricchi di fiori e di erba, boschi silenziosi, valli profonde e rocce sporgenti; si nascondono inoltre delle voragini e delle fessure dovute al terreno di tipo carsico.

In passato quanto l’economia del paese era legata quasi esclusivamente all’agricoltura i campi erano tutti coltivati metro per metro, i pascoli popolati di mucche, i prati venivano falciati, i boschi controllati e puliti e le piante venivano tagliate con regolarità.

Ora si nota un certo abbandono dei terreni e una folta vegetazione nei boschi con un loro evidente allargamento.

Il bosco copre la maggior parte del territorio ed anche nei campi e nei luoghi abitati si trovano molti alberi: sparsi, in folte siepi, allineati o vicino alle case. Qui si vedono, oltre ai sorbi ed ai sambuchi caratteristici per le loro bacche, molti alberi da frutta: noci, peri, meli, prugnoli e soprattutto ciliegi la cui fioritura, in primavera, è meravigliosa.

Alla fine dell’estate a Foza il paesaggio assume una colorazione con tutte le tonalità dei colori autunnali che meritano sicuramente di essere osservati.

Fino all’altitudine di seicento metri circa si trovano piante con foglie caduche per la maggio parte faggi; ci sono anche in quantità più ridotta: olmi, carpini, frassini e pochi esemplari di betulle e salici. Dai seicento ai millecento metri il bosco diventa misto perché compaiono gli abeti rossi e in minor quantità quelli bianchi (tana). Oltre ai milleseicento metri si trovano solo abeti e larici e fra le rocce pino mugo e salici nani.

Ai margini del bosco e nelle radure ci sono noccioli, ginepri e qualche corniolo per non dimenticare i frutti più piccoli: fragole, mirtilli e lamponi.

Fra le siepi si notano piante spinose che offrono frutta selvatica come il biancospino, la rosa canina, prugnoli e uvetta selvatica.

Il sottobosco è formato da varie piante erbacee le più conosciute sono le felci e le edere e qui si trovano anche muschi e licheni che abbondano soprattutto sulle zone meno soleggiate dove prevalgono gli abeti e larici. Rappresentano una ottima spugna per mantenere l’umidità e favorire la decomposizione della corteccia degli alberi morti. Anche le foglie cadute e tutta la parte del legno che non è più vivo lentamente marciscono diventando terreno fertile e favoriscono anche la nascita di microrganismi come funghi e microscopici batteri.

I funghi crescono nella maggior parte dell’anno cioè dalla primavera alla fine dell’autunno ed hanno colori e forme svariate. I più comuni sono: le spugnole(sponsoj), gli alpini, i porcini, le russole, i finfarli, i chiodini, i cochi, le morette; vicino ai campi troviamo le mazze – tamburo (prataioli) e le vescie.

I boschi di Foza, quando scompare la neve, presentano, ai margini o nelle radure, dei fiori dai colori e dai profumi delicati che spiccano fra il verde della prima crescita erbosa.

Ad altitudine non molto elevata si evidenziano le eriche e le primule mentre nel bosco misto più comuni sono: le campanelline di primavera (dette anche bucaneve), le acetoselle, le polmonarie, gli anemoni caridalis, i galletti, le genziane, le linarie, i tassi barbassi e i gigli montani nonchè l’esemplare del bosco cioè il ciclamino.

Più in alto dove il terreno è roccioso troviamo il rododendro, il papavero retico, la viola rupestre, la genziana averna, l’arnica e la regina della montagna cioè la stella alpina.

Il bosco è anche il regno degli animali. Dovunque ci sono diversi insetti; quelli che si notano di più sono i coleotteri che si nutrono di larve nascoste fra la corteccia degli alberi e le formiche che si trovano di solito più vicino ai tronchi tagliati e fanno notare tutta la loro capacità organizzativa.

Sotto le foglie morte si possono trovare chiocciole e limacee.

Nei tronchi degli alberi nidifica il picchio che batte velocemente sulla corteccia degli alberi per catturare larve e insetti emettendo il caratteristico suono. Anche lo scoiattolo costruisce il nido sulla cavità degli alberi e va in letargo nel periodo più freddo nutrendosi soprattutto di gemme, fiori, bacche e semi. Ha abitudini simili anche il ghiro che vive però nelle tane ed è catturato perché rosicchia la punta degli abeti causandone la morte; si nutre soprattutto di nocciole.

Sulle vette più alte, cioè nella zona di Monte Fior, troviamo la marmotta un roditore molto interessante che scava una rete di gallerie e si nasconde all’interno di fronte a qualche pericolo. Caratteristico è il verso di richiamo quando una di esse avverte una presenza estranea; si nutre di erbe alpine e radici e mangia in maniera eretta appoggiandosi sulle zampe inferiori.

Fra le chiome degli alberi in primavera nidificano numerosi uccelli i quali con i loro canti rallegrano la vita del bosco. I passeri, le cince, gli scriccioli, i merli, i pettirossi, i codirossi, i regoli, gli storni (più grandi degli altri), rimangono anche durante l’inverno riparandosi sotto le fronde dei sempre verdi e nelle fessure. I cardellini, i lucherini, l’upupa (molto rara bellissima per il ciuffo di penne sul capo e la colorazione bruno – arancione), i tordi e le allodole partono con l’arrivo dell’inverno.

Nel bosco ci sono poi gli uccelli più grossi come le ghiandaie, dal caratteristico piumaggio a rigature azzurre, i corvi e le cornacchie e il cuculo ben noto per la strana abitudine di deporre le uova nei nidi di altri uccelli che alleveranno poi i loro piccoli.

Ci sono anche gli uccelli da preda piuttosto grossi con becco robusto e zampe con artigli e vanno a caccia di mammiferi e uccelli di piccole dimensioni, anfibi, rettili e insetti. Tra quelli diurni ci sono vari falchi più piccoli degli altri e con il volo rapidissimo, le poiane, l’astore e la grande aquila che fa il nido nelle pareti rocciose più scoscese. Quando ha i piccoli diventa una grande divoratrice e preda anche i piccoli di capriolo e di camoscio.

Di notte ci sono i rapaci che si aggirano fra gli alberi e piombano di sorpresa con volo silenzioso e rapido sulle prede per lo più roditori. Sono le civette, i gufi ed i barbagianni che hanno gli occhi grandi tali da permettere loro di individuare gli animali nel buio.

Nei boschi di Foza si trovano anche i tetraonidi, uccelli molto belli simili ai polli. Purtroppo sono piuttosto rari e quindi difficilmente si incontrano nei boschi. Costruiscono il nido fra l’erba, volano molto bassi e preferiscono sfuggire dal pericolo correndo e nascondendosi. Si tratta dei fagiani comuni e starne che si possono trovare anche nelle zone vicine al paese mentre più in altro oltre i 1600 metri ci sono quelli che hanno le zampe in parte coperte di piume per ripararsi dal freddo: fagiano di monte , francolino e gallo cedrone.

Vi sono poi nei boschi anche dei predatori come il tasso che è onnivoro nutrendosi di piccoli vertebrati, bacche, vegetali, funghi, semi e radici. Vive in tane molto profonde ed esce solamente di notte. Più aggressivi e quindi esclusivamente carnivori sono invece: la donnola che succhia il sangue degli animali anche se più grossi di lei come conigli e lepri, la faina, la martora e l’astuta volpe che spesso si avvicina alle abitazioni per rubare le galline. Non mancano i rettili, animali a sangue freddo, grandi distruttori di roditori in particolare topi. Si nascondono fra le foglie ed i sassi mimetizzandosi e durante il freddo vanno in letargo nelle cavità. Fra di essi c’è la specie velenosa come la ben nota vipera. Nelle zone rocciose di bassa quota ci sono i ramarri, grosse lucertolone che si nutrono soprattutto di insetti e cercano sempre un posto al sole. I boschi di Foza ospitano una larga schiera di grandi erbivori. Il sottobosco offre loro cibi diversi che variano di stagione in stagione: tenere foglie e germogli in primavera, frutti ed erba succulenti in estate e poi frutta secca in autunno. L’inverno è il periodo più difficile perchè è molto lungo; l’unico sostentamento di questi animali è dato dai sempreverdi, corteccie, muschi e licheni. La più piccola di questi erbivori è la lepre; simile al coniglio spesso si avvicina alle zone abitate. Quella variabile invece vice nelle altitudini più elevate. C’è poi il capriolo che ha grandi occhi e muso corto; i giovani hanno corna corte gli altri presentano due ramificazioni con tre punte ciascuna. Se non sono disturbati escono a pascolare sui prati al limitare del bosco, specialmente verso il tramonto. Il muflone è una grossa pecora che è stato introdotto sull’ Altopiano alcuni decenni fa. Ha le caratteristiche corna robuste girate all’indietro e all’esterno come una spirale. Vive nei luoghi più impervi e soleggiati e pascola in gruppo dalla mattina alla sera fino a poco lontano dalle abitazioni.

Il camoscio, altro erbivoro, è simile alla capra e vive in branchi tra le rocce. E’ molto agile e rapido nella corsa salendo e scendendo da luoghi impossibili. D’inverno scende nel fondovalle per nutrirsi.

Sicuramente il re del bosco è il cervo. Questo animale è stato introdotto sull’Altopiano e precisamente sulle vicine riserve di Gallio di Asiago da un paio di decenni e di solito fa la sua comparsa nelle zona vicino al paese di Foza, in inverno per procurarsi il cibo e poi rimane fino a primavera inoltrata. Questo animale vive a gruppi separati per la maggior arte dell’anno: da una parte la famiglia delle femmine, ciascuna con due o tre piccoli, e dall’altra i maschi. Questi però si riuniscono alla fine dell’estate per la riproduzione ed uno di essi diventa il capo dell’harem ingaggiando furiose lotte e facendo allontanare gli altri. Nelle zone umide, in particolare dove ci sono le pozze, troviamo gli anfibi cioè rane e rospi e molte varietà di insetti che rappresentano il loro cibo. Sono gli ultimi ad andare in letargo e i primi a risvegliarsi .

I campi di Foza che sono in grande estensione appaiono trapuntati di fiori dal disgelo alla fine dell’autunno.

In primavera, sui prati verde – chiaro troviamo il crocco bianco o lilla quindi segue il tarassaco o dente di leone che forma delle luminose distese gialle. In estate si notano fra tutti i “non ti scordar di me”, violette, silene, malvine, pimpinelle, ginestrine, pastinache, lupinelle, margherite, orchidee selvatiche e gigli rossi. In autunno i prati tornato a colorarsi di viola con i colchici .

Se il bosco è il regno dei “grandi” animali, il prato è il regno dei piccoli animali, cioè gli insetti. Sono svariati: grilli, cavallette, coccinelle, api, vespe, calabroni, ragni, farfalle e lucciole e moltissimi altri che colorano e l’erba. A volte si può trovare anche qualche nido di quaglia, la più piccola gallinacea con il noto verso riconoscibile da lontano. Nei giorni di sole si notano anche le lucertole che escono dal verde e cercano di riscaldarsi sui sassi e sui muri delle case. Sopra i prati volano basse e veloci le rondini per catturare insetti. Arrivano in primavera e ripartono ai primi freddi, normalmente in ottobre, lasciando i loro nidi sotto i tetti delle case.

[per i contenuti di questa pagina si ringrazia la Sig.ra Cappellari Paola di Foza]

Ultimo aggiornamento: 06/02/2024, 12:07

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